LA BICICLETTATA e altre iniziative

L’ALTRA educazione all’ambiente

L’educazione ambientale dovrebbe prefiggersi lo scopo di osservare i meccanismi naturali col fine di comprendere l’importanza della salvaguardia ambientale e del rispetto verso le altre forme di vita
Eppure questo termine, assieme al più recente e noto concetto di sostenibilità, contengono, nelle loro applicazioni, trame che disegnano uno scenario drasticamente diverso dagli obiettivi preposti

Cos’è l’educazione ambientale?

Abbiamo provato a discuterne insieme

Il giorno 8 maggio 2017 , presso l’Associazione Il Tuo Parco si è tenuto un incontro di presentazione ed approfondimento tra insegnanti, educatori ambientali, operatori nel campo educativo e genitori sul concetto di educazione ambientale
Di fronte all’imminente riapertura di un nuovo zoo a Torino che porta in scena la detenzione animale come strumento «educativo»,vogliamo interrogarci sul concetto di educazione ambientale e sulle prassi antiche e recenti di avvicinamento al mondo animale

Siamo stati in tanti e molte sono state le cose pensate, dette e dibattute

Ringraziamo tutti per la partecipazione ed il contributo interessato ed interessante, in attesa di rivederci presto

Liber tutt

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SESTO APPUNTAMENTO ALLA GABBIA

Il pomeriggio di domenica 26 marzo ci siamo incontrati per la

DOMENICA BESTIALE DI MICHELOTTI LIBERO 

Storia Macabra Déja-vù e poi assemblea aperta

Le gabbie, tanto quelle fisiche e concretamente dolorose, quanto quelle che non si mostrano come sbarre o filo spinato, sono sempre lì: visibili anche quando non le guardiamo.

Per osservare, ricordare, scambiarci informazione e discutere
E poi per confrontarci su idee e possibilità

Qui i volantini

26-03-2017_DOMENICA-BESTIALE_A3

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QUINTO APPUNTAMENTO ALLA GABBIA
NO ZOO(M) NO PRIVATI AL PARCO MICHELOTTI

Sabato 18 Febbraio, presso il Bar’S Tardo, si è tenuta l’assemblea pubblica Vita Selvatica – Tutti Liberi/e

Per incrociare i percorsi di lotta; scambiare pensieri e informazione; creare opportunità per richiamare l’attenzione su questa realtà oppressiva e darci la possibilità di un modo diverso di pensare e di agire.

Qui i volantini:

VITA SELVATICA A3 – VITA SELVATICA A3 BN – VITA SELVATICA A4 – VITA SELVATICA A4 BN – VITA SELVATICA A5 BN

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QUARTO APPUNTAMENTO ALLA GABBIA
PASSEGGIATA S-CATENATA CONTRO OGNI GABBIA

Con partenza dalla gabbia, dinanzi al Parco Michelotti, domenica 18 dicembre si è andati in giro per il centro di Torino, ad appendere cartelli, incontrare gente e raccontare, con le parole, i suoni e graficamente, a proposito di gabbie vecchie e nuove, di quelle che si toccano e delle altre che per abitudine e convenzione non si percepiscono neppure.

Se sei interessato e vuoi ricevere informazioni, contattaci

Alla prossima volta

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TERZO APPUNTAMENTO ALLA GABBIA

Sempre alla gabbia, contro ogni gabbia.
Passati e futuri appuntamenti per un Parco Michelotti libero.

Se con l’estate si è chiuso un primo ciclo di biciclettate e volantinate rumorose e colorate in giro per la città, con l’autunno si è aperto un ciclo di assemblee e presidi proprio davanti all’ingresso di quel “parco pubblico”, ora “chiuso al pubblico” e presto “privatizzato” per decenni, quell'”ex zoo” prossimamente “nuovo zoo”.

Con cadenza quindicinale, davanti al Parco Michelotti abbiamo trascorso tre pomeriggi tra innumerevoli cartelloni, striscioni, varie distro, una mostra contro regime carcerario 41bis e la tortura che sempre più rappresenta, concerti di battitura dentro e contro le gabbie, calde polentate benefit detenuti, corroboranti vin brulè, torte, disegni, letture da testi di chi ha subito e subisce prigionie carcerarie o psichiatriche, letture su parallelismi e contenzioni di animali tuttx, testimonianze e aggiornamenti sulle ultime repressioni in città, scambi di idee, riflessioni e proposte di chi è intervenuto e che ringraziamo per tutto ciò che ha portato davanti a quei cancelli, materialmente e non.

E con l’ultimo incontro, importante è stato anche sciogliere l’assemblea e muoversi verso il carcere umano, per un saluto ax compagnx reclusx e ax reclusx tuttx.
Davanti al Parco Michelotti è iniziato un percorso sulle gabbie. Contro le gabbie.

Di fronte a un luogo che ancora le racchiude, gabbie vive anche se vuote e mimetizzate in uno splendido selvatico che incalza e che si vuole distruggere.
Un percorso statico ma fatto di parole, colori, suoni e sapori liberi, a fianco di una gabbia-monumento, quella “black-villa” espressione di arte contemporanea che per noi ha immortalato la fine di quell’ennesimo abuso e sfruttamento di esseri viventi chiamato zoo, un passato che doveva essere senza futuro.
E invece no, è un passato che ritorna in tutto il suo rinnovato squallore.
Davanti al Parco Michelotti abbiamo cominciato un percorso che vogliamo continuare ed allargare, nonostante il freddo che in questo periodo incalzerà ancora di più.
Perché se le istituzioni e i loro tentacoli si nutrono di ogni forma di gabbia per mantenere la pace sociale, per intimorire, addomesticare, controllare e dominare, e nel caso del parco Michelotti per mercificare e svendere il vivente.

Noi invece vogliamo continuare a ribadire il nostro rigetto ad un sistema che imprigiona, il nostro disgusto verso un sistema che incarcera a fini di lucro, abusando inoltre di termini quali biodiversità e salvaguardia e arrogandosi un arbitrario ruolo didattico.

Sempre alla gabbia, contro ogni gabbia.

Liberx tuttx!

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SECONDO APPUNTAMENTO ALLA GABBIA – SUONI E VISIONI FEST

GABBIA

La gabbia è un luogo fisico e mentale da scardinare, da eliminare, da trasformare

Il 19 novembre 2016 si è svolto il secondo appuntamento alla gabbia:

un’assemblea aperta per continuare a parlare di gabbie e (im)possibilità di libertà
un concerto di battitura sulla gabbia per una sinfonia contro ogni prigionia
…fino alla prossima volta

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PRIMO APPUNTAMENTO ALLA GABBIA – ASSEMBLEA APERTA

La gabbia, se piena, è un luogo fisico di detenzione e da vuota, o anche se solamente evocata, diventa un simbolo, forte e riconoscibile, di tutto quello che ci tiene reclusi fisicamente, psicologicamente, emotivamente, politicamente; tutto ciò che ci opprime e non ci permette di autodeterminarci

Il 6 novembre 2016 si è svolto il primo appuntamento alla gabbia:

un’assemblea aperta in compagnia di tante sfumature di autunno e ottimo vin brulè, a cui abbiamo partecipato in tanti,
per fare il punto della situazione,
per verificare i molti, possibili incroci tra le varie lotte di libertà
e per confrontare idee ed opinioni
…fino alla prossima volta

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V biciclettata per il Michelotti Libero! IMG-20160626-WA0011

Il 26 giugno 2016 si è svolta la quinta biciclettata per il Parco Michelotti libero
Nel pomeriggio un gruppo di persone si è trovato davanti ai cancelli chiusi – di quello che secondo l’amministrazione comunale diverrà una nuova prigione per animali – a costruire cartelli e addobbare le bici, portavoce della pedalata.
E poi subito dopo il gruppo si è mosso alla volta della città, dei parchi cittadini e fluviali. In tre ore di biciclettata sono state
raggiunte moltissime persone, grazie alla distribuzione di centinaia di volantini ma soprattutto all’incontro diretto e parole e idee scambiate

Ringraziamo tutte e tutti i compagni che hanno partecipato, quelli che si sono aggiunti e quelli che si aggiungeranno alla prossima.

Vi invitiamo a contattarci per creare altri momenti di scambio e informazione.

Per un parco di tutte e tutti! Sempre liberi di entrare e di uscire!

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PIC NIC AL PARCO MICHELOTTI, TORINO, PRIMAVERA 2016

GABBIA-NO-ZOO

 

CARBOIDRATIIl 28 marzo si è svolto un pic nic – presidio davanti a quello che, forse, diventerà il nuovo zoo di Torino.
“Nuovo zoo” nelle parole: zoo moderno, bioparco, grande fattoria didattica. Ma vecchio nei contenuti e negli obiettivi: sfruttamento e lucro.

Una pasquetta di dissenso e controinformazione, artistica e mangereccia.

Chi ha partecipato ha regalato un proprio pensiero a tutte e tutti i passanti, decorando cartelli e teli e lascandoli liberamente esposti. VIE-DI-FUGA
Chi ha partecipato ha contribuito alla paninata benefit, godendosi un panino autoprodotto e vegetale in favore del rifugio ValleVegan, rifugio sito nei pressi di Roma dove gli animali “possono sperimentare e scoprire una dimensione di incontro, di conoscenza, di contatto e convivenza interspecifica completamente permeata dai valori del biocentrismo” (dal sito ValleVegan).

 

Chi ha partecipato ha calpestato e vissuto un luogo anche suo, lontano dalle logiche di privatizzazione.
Le persone raggiunte durante il presidio, molti abitanti della zona, non conoscevano il destino che risiede in quel lembo di terra: molti si chiedono cosa succederà, pochi si scambiano informazioni perché le occasioni sono rare. Dilagano le falsità che si celano dietro gli slogan dei bioparchi e fattorie didattiche, dietro la vita stessa degli animali che ne pagheranno il prezzo con la propria libertà.
Gli umani perderanno un altro luogo, forse, un parco pregno di storia, dove crescono silenziosi alberi e vivono silenziosi animali.

Se crediamo di dover insegnare qualcosa, insegniamo ai bambini e alle bambine quella che è la vera educazione all’ambiente: l’educazione al rispetto dell’altro senza ombra di specismo e altro tipo di fascismo.

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Una tavola rotonda

parco michelotti

Sul parco Michelotti, pende un destino di almeno trent’anni di privatizzazione, di parco a pagamento, con l’ormai quasi certezza di vederlo nuovamente trasformato in una ennesima vetrina di corpi viventi ed ecosistemi rigenerati per spettacolarizzare e monetizzare una vita artefatta, in recinti, gabbie, vasche e teche.
Mercoledì 10 febbraio, ospiti dei mercoledì eXtra Ordinari, a Torino in Via Baltea 3, abbiamo cercato di fare il punto della situazione ad oggi e dei possibili sviluppi futuri.

Il materiale raccolto per l’approfondimento e l’informazione sarà presto disponibile su questo sito

Frattanto, grazie a tutte e tutti per aver partecipato e messo un pezzo

Per ogni essere, umano e non, fuori da ogni logica di speculazione, dominio e sfruttamento

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IV biciclettata per il Michelotti Libero!

adorable-bicycle-blue-chihuahua-cute-favim-com-221575Il 13 dicembre 2015 tanta gente in strada a Torino, ancora, per dichiarare la nostra rabbia verso l’ipotesi sempre più reale che anche questo angolo di Torino, un parco per giunta, venga privatizzato e trasformato in un nuovo zoo. Non lo chiameremo zoo però, perché qualcuno potrebbe risentirsi: «non vogliono fare uno zoo! gli zoo sono fuori moda». Lo chiameremo allora con il suo vero nome: luogo di sfruttamento. Zoo: fattoria urbana: bioparco.

Scendiamo in strada inforcando le nostre bici, da sempre simbolo di allegra libertà e ecologica visione del mondo. Le biciclette, svincolate dal petrolio e dal denaro. Vive dei muscoli di chi le porta.

In una domenica prenatalizia, scegliamo di andare in strada, non per fare acquisti, ma perché la strada è la nostra. Sfidiamo il freddo pungente di Torino e montiamo in sella per raccontare con i nostri corpi su due ruote il mondo che vogliamo, senza luoghi di prigionia. Per nessuno. Per dichiarare che l’addomesticamento uccide, corpo e mente, di umani e non umani.

Domenica 13 dicembre alle ore 13,30 appuntamento davanti ai cancelli di quello che è stato per 30 anni uno zoo e che vogliamo non lo diventi mai più.

Parco Michelotti libero per tutte e tutti
LIBERI DI ENTRARE e DI USCIRE

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Biciclettata per il Michelotti Libero! – L’urlo

scary_black_gibbon_monkey_vicious_fanged_teeth_poster-rdcfc616f42f1442b81a605939e068b89_w2q_8byvr_324Sabato 5 settembre 2015 c’è stata una biciclettata NoZoo. Anche fossimo stati 10.000 sarebbe stato troppo poco, ma 20 assolutamente non è numero degno. Il “defilè”, anche stavolta, è stato numeroso. Comunque così è: pochi è sempre meglio che soli.

L’idea era far sentire degli spot amplificati, ma la fortuna gioca volentieri contro le opposizioni: il lettore mp3 ha infatti subito smesso di funzionare. Così a noi, pochi ed ammutoliti, restavano solo fischietti, campanelli, trombette. E la voce. Così a me, pedalando in mezzo alla gente del sabato pomeriggio – sai quella tutta “bella”, tutta uguale, quella che invece di tentare se stessa non fa altro che cercare di assomigliare a qualcuno – è venuto di provare un urlo. Un urlo qualsiasi, giusto per far girare quei crani svuotati, quei cloni in posa, verso di noi. Ha funzionato. Dopo qualche timido tentativo l’urlo è diventato indipendente, ha cominciato ad andare per conto suo, ha virato sul scimmiesco.

Giuro: non ho mai urlato così forte, mai così animale, tantomeno in pubblico. E poi, alla mia età! Mentre maldestramente affinavo il grido, la memoria, da sola, faceva marcia indietro di 50 anni: ero lì, bambino, visitavo lo zoo accompagnato da mio padre. Lui, ricordo, due o tre volte mi ci ha portato. Così, perché all’epoca il week-end non esisteva, era solo “sabato e domenica”, ed in quei giorni non c’erano molti altri posti in cui portare i figli. Allora le possibilità erano proletarie, i figli giocavano da soli, come gli orsi, e i padri non erano ancora gli odierni drogati
dai sensi di colpa e della riscossa figliale ad ogni costo, psicoterapie universali che muovono il PIL (altrui) trasferendo intere famiglie verso campi da sci, Gardaland, Disneyland, ludoteche, Zoom, acquari ed altre carceri animali.

Dello zoo di Torino ricordo l’immane tristezza degli occhi del gorilla (mio padre, benché macellaio fino ai vent’anni, ne fu molto colpito e me la fece notare) che “viveva” solo, inerte, perennemente seduto su un’altalena fatta col copertone di un camion. Ed un gibbone, una scimmia di piccola taglia, urlatrice ed iperlongilinea che vive saltando tra gli alberi. Uno splendido acrobata, di quelli che se caso mai andassero alle olimpiadi si porterebbero via tutto il
medagliere, anche lasciando a casa un braccio. Ricordo quella disgraziata scimmia incazzatissima, la ricordo avventarsi contro i visitatori e tentare di afferrarli sporgendo le braccia dalle sbarre. E la ricordo sfogare i suoi vani tentativi di liberarsi correndo in orizzontale sul perimetro della gabbia, a tre metri di altezza, ad una velocità centrifuga tale da non riuscire a vedere in che modo le sue quattro mani riuscissero ad afferrare e rilasciare gli appigli. E ricordo il suo urlo, fortissimo e disperato.

Sabato pomeriggio pedalavo adagio, osservando “l’umanità” di clone e cloni passeggiare inerte nel Truman Show del centro, e pensavo al gibbone, alla sua miserabile vita detenuta, finita chissà come, sicuramente male. Così ho trovato il coraggio di urlare sempre più forte. Per chiedergli scusa: per allora, per essere andato a vederlo, per aver contribuito al motivo per cui era prigioniero lì.
Così, piano piano, sono diventato solo un tramite: non ero più io ad urlare, era lui.

WG

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BICICLETTATA RUMOROSA ANTISPECISTA, ANTIFASCISTA, ANTISESSISTA E ANTIRAZZISTA
APPUNTAMENTO MENSILE! 

Quelleil_fullxfull.296388236 sbarre, quei recinti, quei muri rinchiuderanno presto nuovamente animali. Lo sai?
Forse recinti più larghi, ambientazioni ammiccanti e muri decorati a nuovo, sbarre diverse…per nuove gabbie.

Se l’idea ti fa orrore, vieni a urlare, volantinare e pedalare con noi!

MICHELOTTI LIBERO!